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Tipo di parquet, essenza e formato

Per acquistare un pavimento in legno, bisogna in via preliminare decidere tre cose: tipo di parquet (massello o prefinito), essenza e formato. Eccoci alla seconda puntata dei nostri appuntamenti sul parquet.

Tipo di parquet: massello e prefinito

Il parquet tradizionale massello è il classico parquet. I singoli elementi sono composti da legno nobile in tutto il loro spessore. Questo comporta maggior pregio del parquet, ma anche performance tecniche e assenza di colle. Viene fornito grezzo: dopo la posa, il pavimento deve essere levigato con l’apposita macchina, pulito per asportare la polvere di legno che si è formata sulla superficie e rifinito. Esiste però anche già rifinito e maschiato (con incastri su due o su tutti i bordi per una posa più stabile). In sintesi, il parquet massello…
• può essere lamato più volte e rigenerato con nuova finitura
• si presta a tutte le finiture
• cambia tonalità rispetto al “grezzo”.
Nel parquet prefinito (multistrato) ogni pezzo è formato da una superficie di materiale nobile a vista (essenza) e un supporto a più strati (due o tre) che rendono stabile l’elemento. Questi possono essere in altre essenze (la betulla è tra le più pregiate e costose) o in materiali ricomposti. In quest’ultimo caso, gli strati sono formati da listelli incollati tra loro a fibra incrociata, caratteristica che rende la pavimentazione stabile all’umidità. In sintesi:
• è pronto da applicare (è già rifinito) ed è calpestabile dopo 24 ore dalla posa
• esiste con molte finiture e in tanti colori
• è resistente grazie alle tante mani di finitura (anche 6 nel caso della verniciatura)
• in genere si può levigare 1 volta (2 se lo spessore della strato nobile è elevato)

Il parquet industriale

È formato da lamelle di piccole dimensioni: con larghezza minima nella parte a vista, ma di forte spessore (più elevato rispetto agli altri tipi di parquet). Gli elementi vengono uniti tra loro in modo da formare dei “blocchetti”, sorretti da un supporto (a rete o con nastro adesivo). Esiste grezzo e prefinito ed entrambe le tipologie sono robuste, resistenti e durevoli. Il grande vantaggio è anche la possibilità di rigenerare la superficie molte volte, perché sopporta più interventi di lamatura nel tempo. E per questo è indicato per ambienti soggetti ad alto calpestio. Dal punto di vista estetico, è molto caratterizzato dalla stonalizzazione risultante dalla composizione di elementi diversi disposti di taglio. Diversi anche i formati: “mattonelle” 30 x 20 cm (con listellini da 1,4 x 22), lastre 30 x 60 cm, plance 20 x 120 cm. I prezzi variano secondo i formati (e quindi la lavorazione): da 20 a 100 euro/mq.

Le diverse essenze del parquet e la resistenza

La possibilità di scegliere finitura e colore, variando aspetto al legno, talvolta rende meno vincolante la tinta originaria; ai fini della resa restano invece fondamentali texture e performance tecniche. Con marchio Pefc e Fsc poi si è sicuri provengano da foreste gestite correttamente.

Venature, la trama in superficie, e colore: le venature del legno caratterizzano il rivestimento. Meglio guardare bene l’aspetto delle varie essenze: quelle con i tratti evidenti donano un effetto rustico e naturale; quelle uniformi nella grana (cioè a tessitura densa) sono esteticamente più versatili e moderne. Meglio tenere presente anche che il legno si ossida e cambia colore a contatto con la luce: se tutti i tipi scuriscono, il teak invece diventa più chiaro.

Quelle adatte in bagno e in cucina L’unica causa che può danneggiare il parquet è l’acqua ristagnante a terra. Si è tranquilli con essenze più stabili a contatto con l’umidità, come doussiè, iroko e teak. Se si opta per il rovere (perché utilizzato negli altri ambienti della casa e si prosegue il rivestimento anche a questi locali), può essere utile un ulteriore trattamento protettivo a olio o cera, perché a contatto con l’umidità questo legno tende a formare macchie nerastre. È comunque sconsigliata la posa flottante.

La lamatura (o levigatura) è un trattamento meccanico che asporta lo strato superficiale del parquet e riporta il materiale al suo stato originale.

Il fascino del pavimento in legno sta anche nelle leggere variazioni cromatiche – stonalizzazioni – che si possono verificare con il passare del tempo e che sono caratteristiche di un materiale “vivo”. Più stabile da questo punto di vista è il prefinito verniciato.

In particolari condizioni, per esempio di eccessiva umidità, il parquet può subire leggeri cambiamenti di volume. Una frequente aerazione degli ambienti ne garantisce la stabilità dimensionale.

I formati

Il range dipende dal tipo: in genere il massello esiste con lunghezza da 25 a 220 cm e larghezza da 4 a 20 cm; il multistrato lo si trova con lunghezza da 40 a 250 cm (e talvolta fino a 3/5 metri) e con larghezza da 6 a 40 cm.

Anche se oggi sono di tendenza, listoni e plance sono consigliabili solo per ampie superfici; nelle metrature medio-piccole infatti richiederebbero troppi tagli, che fanno lievitare costi e tempi di posa, vanificando oltretutto il risultato di continuità visiva che li contraddistingue. Per questo motivo i listelli (che corrispondono a un formato medio) e i listoncini sono sempre quelli più utilizzati; offrono anche il vantaggio di consentire maggior estro in fase di posa, prestandosi a diverse geometrie e disegni. Meglio tenere conto anche che una larghezza eccessiva (oltre i 14 cm) può portare a una variazione fisica della superficie del parquet, che tecnicamente viene definita “inarcamento”.

Fonte: Cose di Casa